L’Italia è un paese di naviganti e poeti ma anche di DOC (Denominazioni di Origine Controllata)! Ad oggi ne possiamo contare 330 sparse in lungo e largo per tutta la penisola. Otto Doc in Trentino Alto Adige, che sembrano quasi irrilevanti rispetto alle 26 che troviamo in Puglia e nel Lazio ma non per questo qualitativamente meno importanti, al contrario! Vogliamo iniziare questo lungo viaggio partendo dal profondo nord, più esattamente in Trentino Alto Adige, nella zona della Piana Rotaliana, un territorio quasi a triangolo dove confluiscono il fiume Adige ed il torrente Noce. Nel corso degli anni le frequenti alluvioni hanno trascinato a valle detriti, sassi e ghiaia rendendo il terreno ricco di mineralità. E qui in questo fiabesco scenario di valli e monti che viene coltivata la vite del Teroldego, il vino principe del Trentino, vitigno autoctono e Doc dal 1971. Qui, la famiglia Endrizzi è tutta riunita da quattro generazioni intorno a questa attività, vanto, unione ed orgoglio del territorio. Gli Endrizzi parlano di “vini buoni e puliti” a dire che una delle loro priorità è quella di lavorare in maniera ecosostenibile. Come? Innanzitutto, la raccolta è delicata, manuale in cassetta. Ogni grappolo viene gentilmente staccato, e nel caso del Gran Masetto, viene lasciato ad essiccare per ridurre del 30% la quantità di acqua nella polpa. Svolazzano cinciallegre, passeri e pipistrelli a caccia di insetti: insetticidi naturali. Questo ed una gestione attenta della vigna, portano ad innovare con consapevolezza e rispetto, ed è per questo che la Cantina Endrizzi è orgogliosamente partner di Slow Food. |
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